Chi è
“Seguendo consapevolmente una narrazione suggestiva e avvincente, il suo
cammino artistico ha cercato nuove tracce. I disegni, le incisioni, i pastelli, gli stessi
fragili frammenti dei collages, lasciano progressivamente il posto all’acquerello”
Graziano Tognini
FRANCA VANOTTI
E’ nata a Berbenno di Valtellina (Sondrio).
Dopo la maturità, conseguita presso il Liceo Artistico di Brera a Milano,
frequenta l’Accademia Carrara di Bergamo.
Vive intensamente questo periodo di apprendimento e formazione.
La presenza di qualificati docenti (Trento Longaretti, ad esempio), e il
confronto con altri allievi già fortemente determinati nell’individuare un proprio
orizzonte artistico, la orientano verso una ricerca decisamente figurativa.
Ritornando in Valtellina - sul finire degli anni ‘60 - Franca Vanotti alterna l’attività di
docente di disegno e di storia dell’arte a quella di pittrice.
Dopo un periodo iniziale, rivolto soprattutto a cogliere immediatamente la suggestione
di intensi paesaggi vallivi e l’espressività della figura umana, i suoi percorsi - grafico e
pittorico - gradualmente mutano.
Esposizioni non precipitose - la prima personale si è svolta a Firenze nel 1968 - nè
frequenti (e probabilmente per questo più meditate), scandiscono questa evoluzione.
I paesaggi trattengono ancora residue sembianze figurative. Tuttavia, a volte
soverchiati e quasi inglobati dalla possanza di natura “totale”, raggiungono esiti formali
insoliti, conducono al altre percezioni.
Il sogno sedimenta, si raccoglie, oppure si dissolve.
Nascono nuove forme meno riconoscibili, me non per questo meno vere.
La figura, un tempo fissa e quasi ieratica, nelle opere più recenti è spesso già
immemore delle proprie sembianze. Il colore vela o scopre l’immagine intima.
Poi, il movimento scioglie ciò che ancora rimane di corporeo.
Nella eterea circolarità della danza o lungo esili fili di luna, personaggi attoniti o
spaesati, cercano approdi ignoti (o, forse, semplicemente illusori).
La ricerca dell’espressività si svolge verso il profondo. Cerca di esplorare quelle
profondità dove abita l’anima.
Ne “Le città invisibili” le precedenti esperienze pittoriche di Franca Vanotti paiono, di
nuovo, mutare.
Seguendo consapevolmente una narrazione suggestiva e avvincente, il suo cammino
artistico ha cercato nuove tracce.
“Le città invisibili” incontrate in questo viaggio, hanno distillato le forme ed i colori delle
sue opere.
Anche la varietà delle tecniche è contenuta. I disegni, le incisioni, i pastelli, gli stessi
fragili frammenti dei collages, lasciano progressivamente il posto all’acquerello.
E questa scelta non pare casuale.
Attraverso questo genere, che sembra condensare le “sei proposte per il prossimo
millennio” suggerite in “Lezioni americane”, il colloquio con Italo Calvino prosegue.
Continua a dipanarsi oltre “Le città invisibili”.
Infatti, la trasparenza quasi sospesa dell’acquerello annuncia la leggerezza.
Ma l’inatteso materializzarsi di levità diafane - trattenute da mobili acque dipinte - su
supporti cartacei, frequentemente corposi, rivela la sua consistenza.
Il turbinio di sfumature che irradia, la rigorosa immediatezza della sua esecuzione,
riportano alla rapidità.
Nell’incantato affiorare delle tinte dall’acqua (o dell’acqua) appare, spesso solo
susurrata, la visibilità.
Dai limpidi e variegati chiarori - sovente in altre tecniche trattenuti - si affaccia la
molteplicità di forme e di colori bagnati dalla mutevolezza della luce o spontaneamente
caleidoscopici.
Infine, un rigore senza titubanze, non di rado congiunge immagine e sostanza.
Con esattezza.
Forse, oltre a città invisibili, Italo Calvino potrà mostrare a Franca Vanotti mappe di
invisibili territori.
Esse sono tracciate per orientarsi nel labirinto di nuovi desideri, ma anche per smarrirsi
così come ben definito da Walter Benjamin, seguendo nuovi sogni, sulle ali di fragili
aquiloni.
GRAZIANO TOGNINI
Italo Calvino
“... Il seguire un percorso dal principio
alla fine dà una speciale soddisfazione
sia nella vita che nella letteratura (il
viaggio come struttura narrativa) e c’è
da domandarsi perchè nelle arti
figurative il tema del percorso non
abbia avuto altrettanta fortuna e
compaia solo sporadicamente...”
Il viandante nella mappa, 1984
Walter Benjamin
“... Non sapersi orientare in una città
non vuol dire molto. Ma smarrirsi in
essa, come ci si smarrisce in una
foresta, è una cosa tutta da
imparare...”
Berliner Kindheit um neunzehnhundert,
1930-33
Giorgio Seveso
“Le sue immagini a volte - e forse
proprio per questo - risultano
ermetiche? "Tutto ciò che è profondo
ama la maschera" ha scritto una volta
Nietzsche.
Franca Vanotti e le città invisibili, 2007
© Franca Vanotti 2012
ZORA
Acquerello su carta - cm 72 x 51 - 1998
Graziano Tognini
“... La ricerca dell’espressività si svolge
verso il profondo. Cerca di esplorare
quelle profondità dove abita l’anima...”
Franca Vanotti e le città invisibili, 2007
ESPOSIZIONI
1966 - Bergamo - Accademia Carrara - Allievi dell’Accademia
1966 - Provincia di Bergamo - Mostra itinerante degli allievi
dell’Accademia Carrara
1966 - Sondrio - Palazzo della Provincia - Sala mostre - Allievi
dell’Accademia Carrara di Bergamo
1968 - Firenze - Villa Orlando - Personale
1968 - Firenze - Palazzo Strozzi - Bozzetti per uno spettacolo -
Personale
1980 - Sondrio - Palazzo della Provincia - Sala mostre - Personale
1980 - Bormio (SO) - Hotel Alù - Personale
1981 - Lecco - Galleria Visconti - Personale
1981 - Sondrio - Galleria N° 1
1981 - Sondrio - Palazzo della Provincia - Sala mostre
1981 - Sondrio - Villa Quadrio - Artisti Valtellinesi
1981 - Tirano (SO) - Museo Etnografico - Rassegna di incisioni
1982 - Sondrio - Galleria N° 1
1982 - Sondrio - Palazzo della Provincia - Sala mostre
1985 - Sondrio - Palazzo della Provincia - Sala mostre - Personale
1985 - Sondrio - Quadro in vetrina
1985 - Sondrio - Hotel Posta
1986 - Sondrio - Sede Renault - Personale
1986 - Sondrio - Villa Quadrio
1988 - Sondrio - Mostra Concorso “Sondrio Vecchia” - I° premio
1988 - Sondrio - Sede Rotary Club
1989 - Sondrio - Palazzo Sertoli
1989 - Grosotto (SO) - Omaggio a Segantini
1990 - Morbegno (SO) - Palazzo della Pretura - Personale
1991 - Sondrio - Palazzo Municipale - Pittori contemporanei della provincia di Sondrio
1991 - Riva del Garda (TN) - Galleria La Firma - Personale
1993 - Riva del Garda (TN) - Galleria La Firma
1996 - Sondrio - Palazzo del Governo - Sala Ligari - Personale
1998 - Firenze - Lyceum Club Internazionale - Personale
1999 - Berbenno di Valtellina (SO) - Reterhaetia - Artisti Retici
1999 - Milano - Galleria Ciovasso - A tutto Tondo
2000 - Chur (Svizzera) - Galleria Studio 10 - Reterhaetia - Artisti Retici
2000 - Sondrio - Palazzo Pretorio
2001 - Berbenno di Valtellina (SO) - Cappella Noghera-Gatti - La Festa
2002 - Milano - Museo della Permanente - A tutto Tondo
2003 - Bari - Fiera del Levante - Tondi d’Autore
2004 - Como - Il Broletto - A tutto Tondo
2004 - Langhe e Roero (CN) - V Biennale d’Arte e Vino
2004 - Lugano (Svizzera) - Art Room di Fasco Group - I tondi di Duilio Zanni
2006 - Trento - Palazzo della Regione - Tondi d’Autore
2006 - Desio (MI) - Villa Tittoni-Traversi - Artisti contemporanei
2007 - Milano - Galleria Ciovasso - Le città invisibili
2008 - Salò (BS) - Tondi d’Autore
2011 - Sondrio - Palazzo della Provincia - Sala Ligari - Le città invisibili - Personale
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
Sull’opera di Franca Vanotti hanno
scritto, tra gli altri:
Rodolfo Tommasi - Giancarlo Grillo -
Enzo Sertoli Salis - Luigi Cavadini -
Diego Minunzio - Carlo Mola -
Antonio Tarsi - Emanuela Zecca -
Katia Alesiano - Raffaella Caprinali -
Federico Rocca - Giovanni Bettini -
Graziano Tognini - Gianni Pre -
Giorgio Seveso.
ZOBEIDE
Acquerello su carta - cm 72 x 51 - 1998